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Il criminale e il sacerdote...

Immagine del redattore: Maurizio CastagnaMaurizio Castagna

Oggi voglio ricordare Maurizio Minghella, non tanto per i suoi orrendi delitti, una spaventosa


Ragazza che cammina di notte in una strada deserta

forma di auto esaltazione, di narcisismo auto celebrativo che negli ultimi ottanta anni non ha trovato eguali nella piccola storia criminale del nostro paese, dei sociopatici, degli assassini seriali, degli psicolabili

Voglio ripassare la sua agghiacciante vicenda criminale per mettere in evidenza quanto una posizione ideologica possa far male non al tessuto sociale del paese, dove la libera formazione delle idee è ammessa e non porta che vantaggi alla civiltà del dubbio e del contraddittorio, ma alle vittime di percorsi criminali che avrebbero potuto avere un diverso compimento, senza un intervento “politico” a gamba tesa nelle decisioni giudiziarie.

I primi delitti

Il 18 aprile del 78 Minghella uccide Anna Pagano, una ragazza di vent’anni, tossicodipendente, che aveva il vizio della droga e si prostituiva. Le spacca in due la testa e le infila un pennarello nell’ano, così, per sfregio

Quindi uccide Giuseppina Jerardi allo stesso modo.

Poi toccò a una disgraziata quattordicenne, Maria Catena Alba, uccisa nell’estate di quel 1978: il killer la violentò, la strangolò e la legò a un palo, per simulare un suicidio.

Quindi tocca a Maria Strambelli, ventenne, gettata in un fosso dopo essere stata violentata e strozzata

Maurizio Minghella torna a colpire a Fegino e a farne le spese fu la commessa di un supermercato, Vanda Scerra, pure lei ventenne, pure lei strangolata. Ma stavolta c’è un testimone che lo riconosce

Il primo processo a Minghella accertò la sua responsabilità per cinque omicidi volontari. Ergastolo a Porto Azzurro.

E qui entra in scena don Gallo, famoso per le sue prese di posizione progressiste, con le quali si può o non si può o parzialmente si può essere o meno d’accordo. Ma all’interno di un franco dibattito tra chi rappresenta le sue posizioni e chi le contesta. Invece il sacerdote entra a gamba tesa nel processo decisionale che deve assicurare non Minghella alle patrie galere, ma le sue (molto) probabili (future) vittime a un destino diverso da una fine orrenda

Don Gallo interviene, protetto dalla sua figura sacerdotale, ma da neo giacobino. Posto che un uomo di chiesa deve amare persecutori e vittime, egli prende posizione per un “reietto della società” in senso puramente politico. I neo giacobini amano vedersi nella posizione di oppositori a qualsiasi regime, e talvolta, spesso, sbagliano misura. Sarei curioso di capire, fosse ancora vivo don Gallo, quale posizione avrebbe preso in merito ai fatti odierni di Gaza, visto che i suoi epigoni non pare abbiano pietà dei bambini uccisi sotto le macerie

Andiamo avanti

Minghella trova un lavoro in semi libertà presso la comunità Abele su strenua insistenza di don Gallo e i giudici, costretti anche da una intensa campagna di stampa da parte di giornali allineati, non possono far altro che concedergli il lavoro diurno a patto sia sorvegliato dai dipendenti della stessa comunità. Cosa che non avviene perché, forse su suggerimento di don Gallo, quando Minghella telefona dicendo che non sta bene, i responsabili non avvertono la polizia per ricondurlo in cella, ma lo giustificano col silenzio

A cosa porta questo atteggiamento?

Minghella approfitta della situazione, il silenzio dei suoi controllori, e ricomincia a uccidere, stavolta non povere ragazze, ma poverissime prostitute (chissà perché non considerate affatto dagli atteggiamenti pietistici di don Gallo, atteggiamenti più neo giacobini che cristiani, ricordando che Gesù amava stare con pubblicani e prostitute, le pecorelle smarrite)

Dopo un anno e mezzo, nel Torinese si registrarono fatti di sangue in un primo momento inspiegabili: prima una prostituta uccisa nel quartiere San Salvario; poi un’altra, Fatima, marocchina, neanche trent’anni, violentata e strangolata. Una terza, pochi mesi dopo, a Rivoli. Una quarta, che riceveva i clienti nel centro della città. Il 17 febbraio 2001, l’ultima impresa criminale: Florentina Motoc, vent’anni, che si vendeva per sfamare la figlia rimasta in Romania. Massacrata, vilipesa, gettata in un canale.

Per fortuna e grazie alla tempra degli investigatori la Giustizia risale a Minghella e lo arresta comminandogli definitivamente l’ergastolo

Se don Gallo non fosse intervenuto “politicamente” in favore di un criminale, o se fosse intervenuto con misericordia cristiana dalla parte delle ragazze uccise, forse quelle creature di Dio oggi sarebbero tra noi

Cosa disse don Gallo quando qualcuno gli fece osservare quello che si diceva essere un errore (io non credo, penso sia stata una discesa in campo solo “politica”)?

Tenetevi forte

Don Gallo non chiese perdono per la svista. Anzi, tornò a visitare il sociopatico in carcere. Uscito da un colloquio, venne intercettato da un cronista e la mise così: «La verità l’ho letta negli occhi di Maurizio: lui non ha ucciso. Lo so, perché abbiamo pregato insieme».

Restate lontani dalle ideologie, restate fedeli a vostro concetto di Comunità, di pietas. Se i criminali devono essere oggetto di pena ma anche di misericordia, le vittime, quelle si che devono essere difese a spada tratta

Simone Weil -cristiana integrale e socialista- affermò che per credere alla redenzione dei criminali bisogna che sentano sulla loro pelle il dolore inflitto alle vittime. Non certo per un banale, vile e veterotestamentario occhio per occhio, dente per dente, ma nel senso più profondo, quello che avrebbe portato certamente a un rivolgimento interiore, alla preghiera sulle tombe delle vittime, al pianto e alla clausura. Tutti atteggiamenti che lo sprezzante Minghella, narcisista perduto nei suoi deliri autoreferenziali, mai si sognò di tenere

Forse don Gallo non era un cristiano integrale? Non ho elementi per affermarlo con certezza, ma sicuramente non era un socialista come la Weil, questo no, era soltanto un neo giacobino che, in questo caso, “condannò” a morte 5 giovani creature per “eterogenesi dei fini”

MC

FONTI:

Notizie tratte dal corriere della sera del 9 aprile 2022 (F.Ferrero) e dal docu film “il Predatore” sulla vicenda Minghella con interviste ai testimoni



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