Omertà: quando il silenzio diventa complice
- Maurizio Castagna
- 17 mag
- Tempo di lettura: 2 min
Non so quale possa essere l'incipit del "pezzo" che mi accingo a scrivere. Perchè davvero non

vorrei essere vinto nè dalla rabbia, nè dallo stupore nè, cosa assai più importante, dalla rivalsa e dalla acredine verso il popolo del nord di questo paese- quante persone stimabili e care, e forti e intelligenti conosco quassù- che, da sempre, punta il dito sull'omertà nei comportamenti della gente delle regioni del Sud in presenza di atteggiamenti mafiosi. Omertà diffusa certo, ma che fa i conti con una violenza senza pari, una malvagità che accompagna le più feroci vendette, i più malsani e brutali atteggiamenti aggressivi. Omertà che, il più delle volte, consente a chi non ha un'arma, nè il proprio coraggio folle e temerario a difenderlo, consente di salvarsi la vita. Anche se, moltissimi, quel coraggio folle e temerario l'hanno avuto e continuano ad averlo, rischiando la vita per tutti noi. Io, che quel coraggio non ho, e non avrò mai, ne scrivo con pudore, gratitudine e ammirazione.

Ma cos'è, invece, questa omertà diffusa, servile, miserabile e collusa che ha consentito a un prepotente primario di radiologia di assumere comportamenti di tipo volgare, predatorio, vessatorio e intimidatorio? Badate, un ometto da quattro soldi, forte soltanto delle sue "conoscenze" e non certo un assassino con la lupara in mano. Omertà vile e interessata che ha consentito a questo sciatto individuo di palpeggiare, di ricattare, di imporre atteggiamenti intimi, fino a trasformare il suo studio in un alcova, e per 15 lunghi anni, nella civilissima Piacenza del vecchio Ducato? Non vi vergognate, infermieri e infermiere, medici e dottoresse, dirigenti e impiegati di aver subito con la speranza non foste, uccisi? Ma no! Semplicemente licenziati. O che vi foste impedito di fare le ferie nei giorni che avevate scelto. O che vi foste stato assegnato un turno di notte che non volevate. Per queste bassezze avete taciuto, vili. Doveva essere, e dopo, ripeto, 15 anni, una giovane dottoressa a rivendicare orgoglio ed etica personale, per portare questo lurido schifo alla luce.
E scrivete e puntate il dito contro la gente del Sud. Vergognatevi. Si vergognino le donne che hanno subito le avances dell'individuo, i loro colleghi maschi che, per carrierismo, non hanno denunciato e lasciate perdere la mia gente, da noi anche i vili hanno il coraggio che voi non avrete mai.
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Maurizio Castagna
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