Volevo cominciare col classico "ma và ...". Poi mi son detto che è locuzione abusata e anche un pò fuori

luogo. E poi sposta il fulcro della questione sui profitti della struttura capital-liberista, e un pippone vetero socialista vorrei davvero evitarlo a tutti i costi. Specialmente quando non porta ad una necessaria agognata rivoluzione, prendendo a calci nei pingui deretani i nuovi speculatori, ma a noiose e infingarde giaculatorie da social. I profitti della Pfizer dunque, secondo noterella del giornale on line Wall Street Italia link (perché è doveroso citare le fonti).
Ora, non mi scandalizza che un regime global liberista permetta ricavi colossali da parte delle grandi centrali finanziarie. Del resto, se i socialismi di destra e di sinistra e i sindacalismi rivoluzionari realizzati ad Oriente e nell'altrettanto ribollente Occidente, hanno pensato bene di rovesciare i ribelli negli scannatoi reciproci, tra guerre ideologiche e di religione, finanziate dai suddetti speculatori, placidamente distesi su triclini dorati ad osservare lo spettacolo, che ci si saremmo dovuti attendere? Quello che invece mi fa rabbrividire è che, da ciò che accade, coloro che hanno deciso in che modo e con quali farmaci avremmo dovuto salvarci l'anima e il corpo ( e si, perché pare sia diventata prima cosa di fede che di ragionamento) saranno coloro che godranno dei maggiori benefici, con laute consulenze e bonifici raddoppiati in un vicino futuro. Oh, si badi, è tutto legittimo, va benissimo che le case farmaceutiche si rivolgano agli specialisti, a coloro che con studi matti e disperatissimi (certo, anche qualcuno con le amicizie giuste) abbiano conquistato l'alloro del professore referente. Non mi scandalizzo affatto che qualcuno possa avere un vantaggio dalla sua professione, anche se questa risulti già profumatamente pagata. No, quello che è indegno è che si debba obbedire a chi, indirettamente, certo! da quel consiglio ricava un profitto, immediato o differito che sia. Diciamo che ci si dovrebbe dimettere, per opportunità politica, da consulenti del governo, da opinionisti televisivi, da conduttori di rubriche sanitarie, da redattori di "linee guida" se, anche con merito e nel rispetto delle convenzioni commerciali, si ricava, evidentemente, un vantaggio da ciò che viene imposto con il supporto dell'Autorità . Ho scritto opportunità politica, avrei dovuto scrivere dignità personale. Un minimo di decoro, di aristocratico ritiro dal chiassoso discutere. Però temo che le persone di cui scrivo, e che tutti oramai conosciamo, specialmente quelle sedute ai maggiori tavoli decisionali, diciamocelo va, al CTS, o nelle assise scientifiche europee, individuate come saggi, tutto abbiano di loro a difendere meno la necessaria probità dei costumi. E sapete cose mi ripugna, che lo stigma colpisca solo e sempre i disperati. Gennarino Esposito, che vive a Scampia, non può sperare di essere creduto sulla parola, che lui non ha partecipato ad una rapina, a uno scippo, che stava a casa a studiare, era con la fidanzatina al cinema. E no, si porta dietro lo stigma del ragazzo della periferia degradata. E il tossico che cerca lavoro? E no, sicuramente ci ricadrà nella droga, non può sperare si abbia fiducia in lui. Invece il consulente della casa farmaceutica profumatamente pagato può sedersi al tavolo del comitato dei saggi e può obbligare ad utilizzare certi farmaci ed altri no. E noi dobbiamo avere fiducia lo faccia disinteressatamente, dobbiamo credervi per fede, come fosse Gesù a Cafarnao, arrampicatosi, piuttosto che verso le giuste consorterie, su quella famosa montagna. Certo, potrebbe anche esserlo, in buona fede, potrebbe anche non avere altro interesse che il bene pubblico, ma io ho il diritto sacrosanto di dubitarne. Io ho il diritto sacrosanto di dubitare di quella buona fede, proprio come tanti fanno con il tossico e con Gennarino da Scampia. E se questo fosse un paese appena decente e non una cloaca istituzionale che se la suona e se la canta tra i soliti rigurgiti di evviva risorgimentali e le imposture da grande paese, solo persone degne, integerrime, disinteressate, sarebbero state chiamate a decidere della cosa pubblica. Invece da media velinati siamo costretti ad omaggiare questi nuovi infallibili profeti, guai a pensarne male o appena in forma dubitativa. Loro sono irreprensibili prima che intoccabili. Eccolo, il lascito del Vaticano al nostro popolo, non si può dubitare del Papa, del Cardinale e nemmeno del parroco, non è stato mai possibile, anche se simoniaci e truffatori. E i loro attuali alter ego laici sono presentati ed imposti come ricolmi di grazia e perfezione. Ebbene no, e che il nostro motto sia sempre "diffido, dunque sono"
Maurizio Castagna
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