Quanta confusione tra ciò che si intende per Europa e ciò che viene indicato come occidente
Io sono un modesto narratore di storie, ma a me pare di poter affermare che noi si è europei, più che occidentali. Occidentali poi, rispetto a cosa?
Pare che per occidente si intenda un’area geografica, a seconda dei periodi storici, che abbia assimilato gli stessi tratti culturali, economici e politici.
Principi comunque riconducibili alla cultura filosofica greca, romana e cristiana.
E, l’essere europei, mediterranei, baltici, slavi, atlantici, europei dalle Azzorre agli urali, allora cosa vuol significare? Se non una comune ascendenza che si perpetua dal mondo dei fenici, degli egizi, dei greci, dei romani, dal mediterraneo, lago chiuso ed esteso, sulle cui sponde si affacciano africani e siciliani, semiti ed iberici. E cosa conta di più, di più della politica di conquista ed affermazione, rivendicata da questo soggetto politico guerriero che rappresenta l’occidente, se non la visione storica di un destino, la definizione di un retaggio che non è solo culturale, ma spirituale, e non perciò egemonico nel senso delle brutali conquiste, ma immaginato nella condivisione di un sogno comune?
Ed è per questo che Europa non significa affermazione dell’impero americano
Eppure, tale confusione di termini data dai millenni, dall’impero di occidente e d’oriente, dalle Termopili e Serse. E, suggestiva in tal senso, è la storia dell’ordine teutonico che, a differenza degli altri ordini combattenti, governò non solo sulle proprie commende, ma addirittura uno stato, la Prussia, che divenne di sua proprietà, governato dalle sue leggi e dai suoi principi, religiosi e filosofici. E non è banale immaginare che la definizione di occidente, nei confronti dei pagani della Lituania, fosse ardita. Anche perché’ la stessa polonia, alleata dei lituani, pur cattolica, venne egualmente attaccata come pericolo incombente dall’est, benché la Prussia orientale fosse ad oriente, geograficamente, dei territori polacchi. E sia pur come curiosità storica, ci piace ricordare che i principi e i cavalieri “occidentali” , francesi, italiani, spagnoli ed inglesi, quando non impegnati nella guerra dei cento anni, durante la quale si ammazzavano tra loro, occidentali gli uni e gli altri, accorrevano ad aiutare l’ordine, la Prussia teutonica, posta ad est dei propri confini, come fosse una crociata verso oriente contro gli infedeli islamici, nelle “reise” (viaggi) che si concludevano in bagni di sangue in Lituania come in Livonia e in Polonia come nei pressi delle città della Hansa- ad est e ad ovest dei territori contesi.
E dunque, che confusione! Chi erano davvero gli occidentali e rispetto a cosa? Un marcatore geografico non definisce la religione, la filosofia, la struttura delle diverse potenze in gioco, dei combattenti di qua e di là del fronte. Lo fanno, e meglio, la cultura, la religione, anche di là dagli interessi condivisi o contrapposti.
Infine, anche i russi e gli ucraini, cristiani ortodossi, entrano nel gioco delle alleanze a prescindere dalle definizioni di oriente e occidente. Stringono accordi con i principi di Lituania e i polacchi, quando non in guerra con questi ultimi. La stessa polonia rivendica la sua indipendenza, cedendo ai teutonici, con un trattato di alleanza, la samogizia- che si trova ad ovest dei territori controllati dai lituani. Che, a loro volta, non possono più essere attaccati dalle forze dell’ordine teutonico, perché’ divenuti nel frattempo cristiani, quindi “occidentali”.
Che confusione, dettata soprattutto dalla voglia di conquista, dalla predazione sistematica che ogni impero, piccolo o grande che sia, basato sul potere della violenza e della forza, pone come tratto distintivo della propria esistenza, della propria sopravvivenza.
E perché’ mai noi, orgogliosamente europei, culturalmente e politicamente, dovremmo sentirci occidentali, al soldo e sotto ricatto di un impero? E non confrontarci, con e tra le nostre innumerevoli splendide comunità, all’interno di questo meraviglioso mondo antico, purgato dai bagni di sangue nel quale, troppe volte, troppo spesso, il “senso dell’occidente” ha trascinato la propria migliore gioventù?
Un tempo di pace ci attende, ma queste istituzioni statali rispecchiano troppo l’arroganza politica ed imperiale del nuovo occidente e nessuna buona nuova si profila all’orizzonte.
Vogliamo morire europei, non occidentali, e che dio e la speranza ci guidino verso un’aurora di pace.
Maurizio Castagna
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