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MANIFESTO DELL’ IDENTITA’ SOCIALE

Aggiornamento: 21 giu 2020

Se pretendi ti sia riconosciuta legittimità nella richiesta di una attenta rilettura delle fonti e di una autonomia che, prima che culturale, non può non essere politica, se credi che ogni Comunità

Nazione possa autorevolmente aspirare ad immaginare un futuro scevro da imposizioni e coercizioni, il tuo animo deve essere talmente libero da far posto alle ragioni altrui.

A coloro che, in un altro pezzo di terra, ugualmente sovrano in base a Cultura e Tradizioni, chiedono semplicemente di essere messi in grado di poter decidere da soli della propria vita e di quella delle generazioni future.

Chi chiede libertà per sé stesso e non per gli altri, chi non fa propria la battaglia di tutti, resta mummificato in un passato che non potrà mai tornare. L'Identità è un concetto politico, non un esercizio di nostalgia.

La felicità è semplicemente poter immaginare un futuro per se stessi e per i propri figli. Giusto o sbagliato, foriero di fortuna o misero, ma sulla base delle proprie convinzioni e della propria

cultura identitaria

L’ecologia sociale è poter pensare l’oggi e il domani per sé e i propri figli, all'interno di un sistema che è nazionale perché legittimamente scelto in base a norme, costumi ed usi e lingua e

diritto che ad ogni popolo appartengono, senza che invasori e colonizzatori possano imporli. Ma è nello stesso tempo sistema osmotico perché, rileggendo ognuno la propria storia in quella

dell’altro che arriva a chiedere aiuto perché egualmente vinto ed oppresso, accoglie e consente protezione all'interno e nel rispetto delle proprie Leggi Costituzionali e ordinarie

Il diritto all'esistenza come popolo e come individui si legittima soltanto all'interno di strutture di pensiero ed organizzative che escludono un illegittimo occupante ed accolgono altri fratelli dispersi

E’ davvero incredibile come per ogni popolo oppresso si possano sovrapporre le stesse dinamiche che obbligano a patire una subordinazione ad Istituzioni Statali illegittime

Elenchiamole

Un sistema di narrazioni false ed oppressive, asimmetriche e inconfutabili. Il conseguente disprezzo dei tentativi di raccontare una storia che sia diversa da quella ufficiale. La violenza esercitata in questo settore, con la massima esecrazione possibile, rende chi si ribella uno straniero in patria, un paria intellettuale

Un modus operandi che serva a controllare le legittime aspirazioni alla libertà, con mezzi oppressivi come la militarizzazione del territorio, la corruzione delle elites, un sistema criminale pervasivo, un sistema burocratico soffocante, inefficiente e colluso con il malaffare.

Infine il disprezzo per la lingua locale, indicata come dialetto. Da utilizzare solo in compagnia e se la compagnia non discute di cose “alte”. Dialetto da non utilizzare in situazioni “nobili”. Disprezzo dell’idioma locale come mezzo di relazione culturale, come veicolo di lavoro, di diffusione di scienza e cultura umanistica. Lo sforzo di comprensione deve essere fatto dagli uomini e dalle donne del popolo stesso, non dagli occupanti, che impongono i loro media

comunicativi.

Il tentativo di espellere i migliori studiosi e i migliori lavoratori, imprenditori, professionisti dal tessuto lavorativo e sociale, lasciando dietro solo un deserto culturale e infrastrutturale.

La gestione dell’economia pubblica e delle scelte produttive, finanziarie e di investimento strategico, affidate a personaggi che godono di referenze in ambito sovranazionale e che seguono interessi molte volte in contrasto con quelli delle comunità. Anzi, il più delle volte, sono denominati “tecnici” e non hanno approvazione popolare

L’assimilazione culturale è cosa assai diversa dall'appiattimento culturale. La struttura finanziaria del Nuovo Ordine Globale non consente l’originalità di pensiero o l’alterità di comportamento La finanziarizzazione dell’economia impone lo sfruttamento del

lavoro salariato a prescindere dai ceti sociali angariati.

La civiltà europea, fatta dai suoi Popoli, dalle opzioni culturali, le più diverse ma armonizzate in un sistema di pensiero che riconosce dignità all'altro, deve poter morire difronte all'esigenza che tutti siano allineati al nuovo pensiero dominante. Le Identità nazionali sono il contraltare del Consumismo imperante, la lotta per la Civiltà è la lotta stessa contro il Denaro senza valore e i beni terreni depredati che si accumulano sui conti e nelle proprietà dei pochi a scapito della fatica delle moltitudini.

Il pensiero diverso è il nemico dell’ élite dominante.

Il pensiero diverso è il frutto della Cultura, della Storia, della ricerca scientifica ed umanistica, della Memoria, dei convincimenti, degli usi e costumi, di ogni territorio libero.

Il tentativo di annullare le differenze, dunque la libertà di espressione di ogni popolo è il tentativo diabolico di rendere gli esseri umani sconosciuti a sè stessi e agli altri.

La lotta per l’Identità deve trovare il suo corso politico nel riconoscimento delle Nazioni senza Stato. Nazioni libere, Territori dell’Accoglienza, della fusione culturale nel rispetto delle differenze.

La lotta all'alienazione individuale e sociale e all'anomia, in luoghi senza tempo e speranza, dove corrono individui illusi e disperati dietro emblemi inutili e corrosivi, può essere vinta soltanto se le Identità indipendentiste sapranno riconoscersi, aiutandosi l’un l’altra, accogliendo i propri figli, gli uni quelli degli altri, sorreggendosi nella improcrastinabile “ricerca della felicità”


Maurizio Castagna


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