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Il nostro giorno verrà

  • Immagine del redattore: Maurizio
    Maurizio
  • 31 gen 2019
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 27 giu 2020

Ta Bobby bàs (trad.: Bobby è morto)

Bobby (Sands) era uno di quei rari giovani che nutriva un amore così grande per il posto in cui

viveva, da accettare di morire per esso (New York Daily News) La mia generazione, tra marchettari e paninari, stanca di sangue e promesse mancate, ha lasciato morire Roybeard e i suoi nove angeli gaelici, ha voltato le spalle a Thomàs Sankarà e al suo sogno popolare, ha smesso di interessarsi dell’omicidio Moro se non per ripetere le stesse ipotesi stralunate e false. Se invece avesse fatto attenzione, non ci troveremmo mani e piedi legati in un incubo che ci strazia ed impedisce di guardare la luna invece della nostra miserabile mano. Che ci tiene avvinghiati, folli di terrore, a quei mostri e a quegli assassini che, travestiti da dei, immiseriscono la condizione umana e distruggono il nostro mondo. E dall’alto degli scranni del potere illudono e colpiscono. E impongono la storia e la decenza, le procedure e gli obblighi, il modo di vestire e di mangiare. E’ venuto il momento di aprire le tombe, che sorgano i giovani caduti, è venuto il momento di suonare l’Olifante, di richiamare gli sconfitti e i disperati alla lotta, senza distinzione di colore e grida di guerra. E’ giunto il momento di cacciare gli usurpatori dalla nostra terra e da quella dei nostri fratelli. E’ giunta l’ora di smascherare gli ipocriti e i millantatori, i falsi pacifisti, i falsi elemosinieri, i presenzialisti presuntuosi, i superbi e i vili. Tiocfaidh ár lá (trad.: il nostro giorno verrà).

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