In pieno 1968 un mite studioso dell'arte, del teatro, della letteratura e dell'organizzazione sociale
delle formiche (la mimecologia) fu accusato di plagio nei confronti del suo giovane amante. In effetti fu un processo alla omosessualità. Di più, un processo al libero pensiero, quello che non ha bisogno né di padroni, né di padri putativi. E mi sovviene l'oggi, perché tanta gente illustre viene portata sul palmo della mano, nonostante abbia lastricato di pagine e pagine, copiate da altri testi, la propria via al successo. E perché plagio ha un doppio significato, può significare che un uomo induca un altro in catene (psicologiche o morali) e anche il ricopiare, senza citare le fonti, opere dell'ingegno altrui. Basta essere "dalla parte giusta" e non subire alcuna conseguenza.
Invece Braibanti fu colpito dalla morale e dalla perfidia pubblica come oggi tanti che non si assoggettano al volere degli autocrati, degli infallibili sugli scranni del potere.
Tanti che hanno fatto libere scelte, in scienza e coscienza, tanti che manifestano l'amore per la pace, tanti che non ritengono di poter essere odiatori di professione come vuole il despota lassù
Braibanti non fu colpito perché ideologicamente inviso al governo di allora, fu perseguitato perché uomo libero, e giustamente l'unico grande profeta visionario di questo paese, Pier Paolo Pasolini (Pier Paolo eh, Casellati), affermò
Questa debolezza egli se l'è scelta e voluta, rifiutando qualsiasi forma di autorità: autorità, che, come autore, in qualche modo, gli sarebbe provenuta naturalmente, solo che egli avesse accettato anche in misura minima una qualsiasi idea comune di intellettuale: o quella comunista o quella borghese o quella cattolica, o quella, semplicemente, letteraria... Invece egli si è rifiutato d'identificarsi con qualsiasi di queste figure - infine buffonesche - di intellettuale".
Perché il conformista italiota ha mille sfaccettature e cento connotati ideologici, nessuno escluso, borghese e conformista anche quando si atteggia a rivoluzionario e progressista, anzi, in questo caso, assai di più.
E quanti buffoni, quanti zio Tom, oggi, Pasolini, si dilettano a indicare in noi uno, cento, mille Aldo Braibanti.
Ma non sanno che, come Aldo, noi r-esisteremo
Maurizio Castagna
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